28.6.12

Immaginate..., di Sabina de Tommasi

Immaginate che nel vostro quartiere un po' di anni fa apra un nuovo ristorante.
All'inizio lo guardate con un misto di diffidenza e curiosità. Poi vince la curiosità ed entrate.
Lentamente diventate clienti affezionati.
Il ristorante è accogliente. Niente è lasciato al caso. Tutto il personale che ci lavora è gentile.
Al menù (che per un ristorante è IL PROGETTO) si lavora con attenzione. Non è facile dare una identità a un ristorante in mezzo a mille altri in città.
Ma qui ci sono cose che piacciono ai bimbi, e li sollecitano ad assaggiare cibi nuovi.
Ci sono cose che incuriosiscono i ragazzetti, abituati ai panini di plastica del macdonald; piatti della tradizione; piatti raffinati; qualche volta piccoli menù monotematici; e anche gli anziani del quartiere, che ci vengono a piedi, non escono mai delusi.
Certo qualche volta può capitare la pasta un po' scotta; o senza sale. Ma insomma, succede anche nel ristorante migliore del mondo.
Tutto si può migliorare con l'aiuto di tutti.
Più di una volta l'anno poi in questo ristorante succede che i clienti diventino cuochi, chef, camerieri addetti ai tavoli, maitre, sommellier. E' un gioco, un mettersi in gioco, con i propri gusti e sapienze, un dono che ognuno fa agli amici, alla comunità degli habitué del ristorante.
Molto spesso qui si fanno laboratori gratuiti di cucina per grandi e piccini.
Il prezzo dei cibi è sempre basso, e molte attività sono gratuite.
Anche da questo nasce una facilità di integrazione con il quartiere.
Il ristorante è accogliente, sempre aperto e a ognuno viene voglia di dare il proprio contributo.
La notizia di questo bizzarro ristorante si sparge in città, e la gente comincia ad arrivare anche da quartieri molto lontani.
Ognuno partecipa, critica, suggerisce, in un vivace scambio di esperienze.

Immaginate che un giorno il ristorante chiuda, e riapra dopo poco con un veste un po' diversa.
Di nuovo diffidenza e curiosità. Ma comunque di nuovo entrate. Il menù fa riferimento alla cucina piemontese, vi sedete e cominciate con i frittini. Proseguite con i formaggi, un buon vino corposo.
Insomma il ristorante è diverso, ma lo osservate interessati.
Ci tornate con gli amici un paio di giorni dopo.  E qui arriva l'autentica sorpresa! Il ristorante non è più piemontese, ma siciliano! Niente bagna càuda, ma stavolta ci sono gli involtini di pesce spada.
Rimanete un po' perplessi. Il ristorante da fuori è sempre lo stesso. E pure dentro è identico.
Gli involtini son buoni.
Ma qui comincia la sorpresa, quella vera!
Non è chiaro in quali giorni della settimana il ristonate è piemontese, e in quali è siciliano.
Non è chiaro chi e come si pubblicizzano le giornate piemontesi e quelle siciliane.
E soprattutto non è chiaro IL PROGETTO, IL MENU'.
Come convivono i cuochi che fanno la bagna càoda con quelli degli involtini?
O sono gli stessi, che sanno fare tutto?
Quello che è chiaro è che per i clienti non c'è spazio. Le attività gratuite, che vedevano i clienti passare dalla parte dei cuochi non si possono fare: non ci sono i soldi, i tempi, gli spazi.
E anche tutti quei bambini impegnati nei laboratori – anch'essi gratuiti – ecco, tutti questi bambini fanno un gran casino, e non si guadagna nulla ad averli sempre in mezzo ai piedi.

Il ristorante del vostro quartiere è diventato una sorta di coabitazione forzosa tra lo staff piemontese e quello siciliano. Con evidenti contraddizioni e problemi.
L'olio finisce subito: tutti friggono le loro specialità. Ma a chi spetta controllare quando finisce e ricomprarlo?
I tegami si ammaccano, si rompono. A chi spetta la manutenzione del forno, del frigorifero?
E quando si rompono nel bel mezzo del lavoro, chi accorre subito a tamponare la situazione con un primo intervento rapido e decisivo?
A chi spetta pubblicizzare i piatti del giorno?
A chi spetta decidere il costo di ogni piatto?
Accogliere i suggerimenti dei clienti a chi tocca?
Perché in questo ristorante ci sono ovviamente 2 direttori: uno per la parte piemontese e uno per la parte siciliana.
Ma a chi è venuta l'idea di questa bizzarra coabitazione?
C'è da augurarsi almeno che a qualcuno venga in mente – che so – di farcire la pasta incaciata con la robiola d'Alba!!
Staremo a vedere!