28.4.11

Associazione della Stecca

Nel 1946 a Enna alcuni ragazzi appassionati di biliardo, si incontrano a via Sant'Agata per giocare... e per parlare.
Hanno tra i 20 e i 25 anni. Alcuni sono già laureati, altri sono in procinto di farlo.
Le animate discussioni iniziate al biliardo proseguono su e giù per via Roma, anche quando le attività chiudono, anche quando la città dorme.
Parlano del loro futuro e discutono soprattutto se rimanere in Sicilia o andare in Continente.
I loro primi 20 anni sono stati il Ventennio, ora hanno una vita davanti e un paese da ricostruire.
Dopo tanto camminare, dopo tanto parlare, il 22 ottobre del '46 fondano l'Associazione della Stecca.
Questo il loro statuto:
Art. 1 - E' costituita in Enna l'Ass. della "Stecca" con la finalità di raccogliere nel suo seno tutti i giovani che aspirano ad andarsene definitivamente da Enna.
Art. 2 - L'associazione è apolitica, agnostica, astemia.
Art. 3 - Essa ha in dotazione una Stecca da biliardo che verrà, all'atto della costituzione, intaccata in tante parti quanti sono gli iscritti. A ciascun iscritto partente verrà consegnata una parte della stecca che in tal modo andrà via via consumandosi.
Art. 4 - Il primo Presidente viene eletto per votazione segreta tra i soci. Egli rimane in carica sino alla partenza del primo socio. In tal caso, se il partente è persona diversa dal Presidente, egli deve rassegnare le sue dimissioni in favore del partente. Il neo-Presidente partente elegge il suo successore, cedendo a questi la stecca.
Art. 5 - In caso di ritorno definitivo in Enna, il socio è tenuto a restituire il pezzettino di stecca ed a versare alla cassa dell'Associazione la somma di lire 500.=
Art. 6 - I soci verseranno, all'atto della iscrizione, una quota sociale di lire 10.= che sarà devoluta al primo partente, pro spese di facchinaggio. Il versamento della quota dovrà ripetersi ad ogni successiva partenza.
Art. 7 - Il Segretario, Amministratore, Depositario, Usciere, Fattorino viene nominato dal 1° Presidente e dai suoi successori nella persona del socio, che per la sua possibilità di rimanere eternamente ad Enna, offre maggiore garanzia ed affidamento.

I soci si impegnano di ricostruire la stecca nella notte di S. Silvestro 1949 (millenovecentoquarantanove) a Roma. L'appuntamento resta sin d'ora fissato per le ore ventiquattro di detto giorno nei locali del Bar Esedra.
I soci sono: S. M., U. D., S. D. C., P. F., G. T. e A. D. T. mio padre.
Sabina de Tommasi, letto il 21 aprile 2011 a TBQ durante la serata di lettura condivisa Storie minime

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25.4.11

Storie minime: abbiamo letto....

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, Feltrinelli
Giannina Milli, Ciò che amo
Simone Sperduto, Alla Luce perché splenda
Franca Magnani, Una famiglia italiana, Feltrinelli
Norma Coccia, Lettere ad un soldato
Gregorina Mariani, Ospedale Bambino Gesù
Alessandro Portelli, L’ordine è già stato eseguito, Donzelli
Liliana Manetti, Lo Sciabecco
Bianca Fo Garambois, La ringhiera dei miei vent’anni, Einaudi
Lina Merlin e Carla Barberis, Cara senatrice Merlin… Lettere dalle case chiuse, Ega ed.
Cristiana Minardi, Fratelli d’Italia
Sandra Di Segni, Una giornata particolare
Angela Maria Russo, 6 aprile 2009 ore 3:32 e Musica da L’Aquila Musica per L’Aquila
Pasquale Festa Campanile, La Nonna Sabella
Mario Calabresi, La fortuna non esiste, Mondadori
Sabina de Tommasi, Associazione della Stecca
Ugo Pirro, Osteria dei pittori, Sellerio
Adele Grisendi, Il bucato con la cenere in Bellezze in bicicletta, Sperling & Kupfer
Barbara Della Polla, La bambina rossa va in vacanza
Bruno Cecchini, Morte di un Poeta discusso
Pier Paolo Pasolini, Alla Nazione
Paolo Rumiz, La leggenda del monti naviganti, Feltrinelli
Stefania Fabri, Breve notte e Situazione a Villadivallelonga ripensata in Mai Blu, ed. Lulu.com
Anna Maria Ortese, Il mare non bagna Napoli, Adelphi
Paola Tinchitella, Scrivilo sui muri
Melania Mazzucco, Vita, Rizzoli
Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene
Italo Calvino, Marcovaldo, Mondadori
Marisa Valentini, Teresita a Bologna
Erri De Luca, Materia scritta in Alzaia, Feltrinelli
Roan Johnson, Prove di felicità a Roma Est, Einaudi
Mario Lodi, Il paese sbagliato, Einaudi
Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina
Mila Spicola, La parola ai maestri. Lettera a don Lorenzo Milani in La scuola s’è rotta, Einaudi
Emilio Pugno e Sergio Garavini, Gli anni duri alla Fiat, Einaudi
Romano Meuti, Lo sciopero
Davide Santoro, Sotto i cieli di Roma
Mario Martone e Giancarlo De Cataldo, Noi credevamo, Bompiani
Piera Degli Esposti e Dacia Maraini, Storia di Piera, Rizzoli
Associazione Franco Basaglia, Fenu Giovanni in Padiglioni
Associazione Franco Basaglia, Ledi Barbara in Padiglioni
Igiaba Scego, La mia casa è dove sono, Rizzoli
Carlotta Mismetti Capua, Come due stelle nel mare, Piemme
Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio, edizioni e/o
Maria Teresa Raffaele, Giallo e Anima nera
Romano Meuti, Le Olimpiadi del Prato
Ferdinando Vaselli, Agostino

17.4.11

Il 21 aprile a Roma quaranta lettori danno voce alle Storie minime...

Storia minima, o storia massima, storia dei popoli e delle civiltà, storia dei libri, delle scuole, Storia con la esse maiuscola? No, storia personale che possa collegarsi all’altra, richiamarla come un’eco, un riflesso, il frammento di uno specchio, storia personale ma comune a tante altre persone che vivevano allora nella tua città, forse nel mondo intero in luoghi simili ai tuoi, avevano la tua stessa età.
Storia paradigmatica, esemplare, singolare ma dai piccoli tratti rievocanti, chissà per quale gioco astruso di rimandi ed effetti e ritorni e influenze, quelli di un più importante episodio che fa la storia di un’epoca.
Storia personale che, suo malgrado o per volontà ed intuito, ti ha reso partecipe, minuscolo anello della folla, della piazza, ingranaggio inconsapevole di una pagina che tesseva un discorso, una logica, un’evoluzione …....
Romano Meuti





Teatro Biblioteca Quarticciolo

via Ostuni, 8
dalle ore 19.00
ingresso libero
e in diretta sulla radio web Fusoradio.net

15.4.11

L'arte di mangiar bene (incipit 46)

La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene. Manuale pratico per famiglie, compilato da Pellegrino Artusi. Pubblicato per la prima volta nel 1891. Ora in edizione Rizzoli, Giunti, Einaudi.

La cucina è una bricconcella; spesso e volentieri fa disperare, ma dà anche piacere, perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento o cantate vittoria.
Diffidate dei libri che trattano di quest'arte; sono la maggior parte fallaci o incomprensibili, specialmente quelli italiani; meno peggio i francesi: al più al più, tanto dagli uni che dagli altri, potrete attingere qualche nozione utile quando l'arte la conoscete.
Se non si ha la pretesa di diventare un cuoco da baldacchino non credo sia necessario, per riuscire, di nascere con una cazzaruola in capo; basta la passione, molta attenzione e l'avvezzarsi precisi: poi scegliete sempre per materia prima roba della più fine, ché questa vi farà figurare.

Qui puoi scaricare una copia del libro in formato .pdf oppure .rtf

14.4.11

La ragazza della palude (incipit 45)

foto Archivio del
Consorzio di Bonifica
dell'Agro Pontino
La ragazza della palude di Massimiliano Santini, pubblicato nel 2009 da Psiche e Aurora editore.

Mangiavano in silenzio, lentamente. Le scodelle piene di zuppa si svuotavano adagio.
<<Non possiamo più andare avanti!>>
Giovanni, uno dei figli del patriarca, aveva poggiato con rabbia il cucchiaio sulla tavola e guardava fisso il padre.
Bartolo Masiera, seduto a capotavola, alzò appena la testa.
<<Cosa c'è? Non ti piace la zuppa? Mangiala e zitto. Ringrazia Dio di avere da mangiare!>>

13.4.11

Lettera aperta degli allievi di Don Lorenzo Milani al Presidente della Repubblica on. Giorgio Napolitano

foto Oliviero Toscani
Signor Presidente,
lei non può certo conoscere i nostri nomi: siamo dei cittadini fra tanti di quell'unità nazionale che lei rappresenta.

Ma, signor Presidente, siamo anche dei "ragazzi di Barbiana". Benchè nonni ci portiamo dietro il privilegio e la responsabilità di essere cresciuti in quella singolare scuola, creata da don Lorenzo Milani, che si poneva lo scopo di fare di noi dei "cittadini sovrani". Alcuni di noi hanno anche avuto l'ulteriore privilegio di partecipare alla scrittura di quella Lettera a una professoressa che da 44 anni mette in discussione la scuola italiana e scuote tante coscienze non soltanto fra gli addetti ai lavori.

Il degrado morale e politico che sta investendo l'Italia ci riporta indietro nel tempo, al giorno in cui un amico, salito a Barbiana, ci portò il comunicato dei cappellani militari che denigrava gli obiettori di coscienza. Trovandolo falso e offensivo, don Milani, priore e maestro, decise di rispondere per insegnarci come si reagisce di fronte al sopruso. Più tardi, nella Lettera ai giudici, giunse a dire che il diritto - dovere alla partecipazione deve sapersi spingere fino alla disobbedienza: “In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.

Questo invito riecheggia nelle nostre orecchie, perché stiamo assistendo ad un uso costante della legge per difendere l'interesse di pochi, addirittura di uno solo, contro l'interesse di tutti. Ci riferiamo all’attuale Presidente del Consiglio che in nome dei propri guai giudiziari punta a demolire la magistratura e non si fa scrupolo a buttare alle ortiche migliaia di processi pur di evitare i suoi.

In una democrazia sana, l'interesse di una sola persona, per quanto investita di responsabilità pubblica, non potrebbe mai prevalere sull'interesse collettivo e tutte le sue velleità si infrangerebbero contro il muro di rettitudine contrapposto dalle istituzioni dello stato che non cederebbero a compromesso. Ma l'Italia non è più un paese integro: il Presidente del Consiglio controlla la stragrande maggioranza dei mezzi radiofonici e televisivi, sia pubblici che privati, e li usa come portavoce personale contro la magistratura. Ma soprattutto con varie riforme ha trasformato il Parlamento in un fortino occupato da cortigiani pronti a fare di tutto per salvaguardare la sua impunità.

Quando l'istituzione principe della rappresentanza popolare si trasforma in ufficio a difesa del Presidente del Consiglio siamo già molto avanti nel processo di decomposizione della democrazia e tutti abbiamo l'obbligo di fare qualcosa per arrestarne l'avanzata.

Come cittadini che possono esercitare solo il potere del voto, sentiamo di non poter fare molto di più che gridare il nostro sdegno ogni volta che assistiamo a uno strappo. Per questo ci rivolgiamo a lei, che è il custode supremo della Costituzione e della dignità del nostro paese, per chiederle di dire in un suo messaggio, come la Costituzione le consente, chiare parole di condanna per lo stato di fatto che si è venuto a creare. Ma soprattutto le chiediamo di fare trionfare la sostanza sopra la forma, facendo obiezione di coscienza ogni volta che è chiamato a promulgare leggi che insultano nei fatti lo spirito della Costituzione. Lungo la storia altri re e altri presidenti si sono trovati di fronte alla difficile scelta: privilegiare gli obblighi di procedura formale oppure difendere valori sostanziali. E quando hanno scelto la prima via si sono resi complici di dittature, guerre, ingiustizie, repressioni, discriminazioni.

Il rischio che oggi corriamo è lo strangolamento della democrazia, con gli strumenti stessi della democrazia. Un lento declino verso l'autoritarismo che al colmo dell'insulto si definisce democratico: questa è l'eredità che rischiamo di lasciare ai nostri figli. Solo lo spirito milaniano potrà salvarci, chiedendo ad ognuno di assumersi le proprie responsabilità anche a costo di infrangere una regola quando il suo rispetto formale porta a offendere nella sostanza i diritti di tutti. Signor Presidente, lasci che lo spirito di don Milani interpelli anche lei.

Nel ringraziarla per averci ascoltati, le porgiamo i più cordiali saluti
Francesco Gesualdi, Adele Corradi, Nevio Santini, Fabio Fabbiani, Guido Carotti, Mileno Fabbiani,Nello Baglioni, Franco Buti, Silvano Salimbeni, Enrico Zagli, Edoardo Martinelli, Aldo Bozzolini


11 aprile 2011

La X edizione della Marcia di Barbiana si terrà il 22 maggio 2011

12.4.11

Cara senatrice Merlin... (incipit 44)

Cara senatrice Merlin... Lettere dalle case chiuse, a cura di Lina Merlin e Carla Barberis. Edizioni Avanti! 1955. Ora EGA Edizioni Gruppo Abele.

B., 27 Gennaio 1951
Signora Deputatessa Merlin
Io ò saputo dalle mie compagne della legge che fà per noi prostitute. Io non me ne intendo; sono una povera donna che faceva la serva e sono delle campagne di C. e vorrei tornarci a fare la serva o la contadina non questo mestiere che mi fà schifo. Ero a M. e M. mi faceva terrore e io uscivo poco, avevo paura dei trammi e delle macchine, ma un giorno uscivo e incontrai uno che mi si mise dietro a camminare dietro. I miei padroni tutte le sere facevano cene, ballavano e poi si baciavano e anche con le mani non stavano fermi bene e io pensai che fare all'amore non era peccato e mi ci misi con un giovanotto che non parlava come noi di C. Ma un giorno mi portò nella sua camera perché disse <<ò male allo stomaco>>. Ma altroché male, lui mi prese e mi cosò anche mentre io piangevo e dissi <<ò paura ò paura>>. Poi non mi à sposato e mi à fatto fare il figliolo. Io sono prostituta perché i padroni non mi rivolevano e loro erano come me e pegio e si facevano sempre cornuti fra elli.

11.4.11

Il giardino dei Finzi-Contini (incipit 43)

Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, pubblicato da Einaudi nel 1962.

Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi-Contini - di Micòl e di Alberto, del professor Ermanno e della signora Olga - e di quanti altri abitavano o come me frequentavano la casa di corso Ercole I d'Este, a Ferrara, poco prima che scoppiasse l'ultima guerra. Ma la spinta, l'impulso a farlo veramente, l'ebbi soltanto un anno fa, una domenica d'aprile del 1957.

10.4.11

Le ceneri di Gramsci (incipit 42)

Le ceneri di Gramsci di Pier Paolo Pasolini, raccolta di poesie pubblicata da Garzanti nel 1957.

Non è di maggio questa impura aria
che il buio giardino straniero
fa ancora più buio, o l'abbaglia

con cieche schiarite... questo cielo
di bave sopra gli attici giallini
che in semicerchi immensi fanno velo

Questo poemetto è stato musicato da Giovanna Marini nel 2005, in occasione del trentennale della morte di Pasolini.
Oratorio a più voci, dal canto di tradizione orale al madrigale d'autore
Coro Arcanto, diretto da Giovanna Giovannini

clicca qui per ascoltare un brano

9.4.11

Maria Montessori, una storia attuale (incipit 41)

disegno M. A. Valdivia
Maria Montessori, una storia attuale di Grazia Honegger Fresco. Pubblicato nel 2007 da l'ancora del mediterraneo edizioni.

Il 1870 è un anno di forti cambiamenti in tutto il mondo: in Europa infuria la guerra franco-prussiana che porterà alla destituzione di Napoleone III e al ritorno in Francia della repubblica; in Austria e in Inghilterra si approvano leggi per la laicizzazione dello stato, nel primo caso con l'introduzione del matrimonio civile, nel secondo con la nascita delle scuole comunali in cui è vietata qualsiasi istruzione religiosa; negli Stati Uniti il Congresso approva il XV emendamento in base al quale il diritto di voto non può essere vietato per motivi di razza o di colore della pelle. Per quanto riguarda il nostro paese, le truppe italiane entrano a Roma attraverso la breccia di Porta Pia ponendo fine al regno papale. Pio IX, l'ultimo papa-re, non oppone resistenza militare: lascia il Quirinale e si rifugia, non senza toni minacciosi, in Vaticano. Il 2 ottobre, con un plebiscito, la città è dichiarata capitale.

8.4.11

Le leggenda dei monti naviganti (incipit 40)

La leggenda dei monti naviganti di Paolo Rumiz, pubblicato da Feltrinelli nel 2008.

Questo libro racconta la più lunga traversata italiana: ottomila chilometri, la stessa distanza che c'è dall'Atlantico alla Cina. Spiega in dettaglio cosa succede dentro l'Arca, la montagna di casa nostra, metaforica zattera con a bordo una ciurma di piccoli grandi eroi della resistenza dei territori. Ero partito per fuggire dal mondo, e invece ho finito per trovare un mondo: a sorpresa il viaggio è diventato epifania di un'Italia vitale e segreta. Ne ho scritto con rabbia e meraviglia. Meraviglia per la bellezza fiabesca del paesaggio umano e naturale; rabbia per il potere che lo ignora.

6.4.11

2 anni fa



Non ridevo, no... nonostante fossi a Teramo, lontano dall'epicentro. La scossa l'ho sentita e dopo quella, ne ho sentite delle altre... un movimento oscillatorio e ondulatorio che mi scuote ancora adesso, dopo 2 anni dal sisma.
Tutto cancellato, tutto distrutto ...e tutto ancora non ri-costruito.
Di quella casa è rimasta solo la mia stanza, passata a mia sorella... ed è rimasta solo perché qualche anno prima ho chiamato i vigili del fuoco, spinta all'ansia e dal terremoto di San Giuliano...
La vera calamità è l'incuria umana, l'arrivismo, il tarlo del denaro.
Non mi pento di aver fatto rifare il pavimento al padrone di casa, di non essermi fermata al primo no, quando ho chiesto l'esame della statica della casa al Comune, in una zona sismica come L'Aquila, perchè io ho ancora mia sorella e non devo piangerla, lei è ancora con me, com'è giusto che sia...
Uno sguardo verso il cielo agli amici che non ci sono più, alle persone mai conosciute, strappati alla vita senza colpa e senza giustizia.
Una candela accesa per loro e per noi, per vedere meglio quali sono i nostri bisogni, i nostri diritti, la nostra dignità...
Alle 3:32 io non ridevo e non rido tuttora, ma piango e tremo.
Mariangela Celi

Quelli che però è lo stesso (incipit 39)

copertina
Onze
Quelli che però è lo stesso di Silvia Dai Prà, pubblicato da Laterza editori nel 2011.

Sono finita qui a mondare i peccati del mio fallimento. Diploma con sessanta sessantesimi, laurea con centodieci e lode, dottorato di ricerca con borsa vinto a venticinque anni, un anno di studio a Copenhagen, un anno a Parigi, due lingue straniere scritte e parlate, diverse pubblicazioni - e il risultato è stata la mia prima convocazione in provveditorato, una mattina in cui settembre spargeva su Roma una luce ancora estiva, straziante: cinque ore di grida, crisi isteriche, ipotetici complotti, telefonate ai carabinieri e ai sindacati da parte di una massa di precarie pericolosamente vicine alla menopausa, e il ritorno verso la metropolitana con in mano il documento che attesta il mio primo incarico annuale come professoressa, mestiere che sia mia nonna che mia madre erano riuscite a fare con una semplice laurea sul curriculum, dei figli in arrivo, e, attorno, un mondo che considerava quel mestiere già un successo, per una donna.

5.4.11

Il resto è silenzio (incipit 38)

Il resto è silenzio di Chiara Ingrao, pubblicato nel 2007 da Baldini Castoldi Dalai editore.

Beati quelli la cui vita ignora
sapor di pianto. Ché, se ad altri invece
sussulta e trema
sotto la mano d'un iddio la casa...


<<Ma perché te la sei presa in casa? Ma ti rendi conto di cosa vuol dire, una cosa così?>>
Un brandello di conversazione fra tanti, ululato nella finta privacy del cellulare e rimbalzato da schiena a schiena, da nuca a nuca, nel fitto dell'autobus. Di quelli a cui siamo abituati tutti, e nessuno ci fa caso. Solo io. Io che sento una morsa allo stomaco, e sobbalzo. Io che perdo l'equilibrio. Mi gira la testa, e barcollo.

4.4.11

Prove di felicità a Roma Est (incipit 37)

foto Gamma/Contrasto
Prove di felicità a Roma Est di Roan Johnson, pubblicato da Einaudi nel 2010.

I primi giorni di lavoro Samia non l'avevo neanche vista: io aspettavo gli ordini ai forni e lei serviva nella sala della pizzeria, e quando chiudevamo montava sullo scooter dietro Marchino senza guardare nessuno, vestita con dei golfini slargati che le arrivavano fino alle cosce e le coprivano i fianchi.

3.4.11

Il lupo mercante (incipit 36)

foto R. S. Kleboe
Il lupo mercante di Clara Sereni, pubblicato da Rizzoli nel 2007.

C'è un ronzio forte, nell'angolo dove il glicine intreccia uno sopra l'altro i suoi rami. I grappoli di fiori stanno già appassendo, ma il nettare è ancora lì, zuccherino.
Le bambine scelgono con attenzione i fiori ancora integri, ne succhiano occhi chiusi il dolce: appena una punta sulla lingua.
I maschi sono presi da loro giochi, di lotta. Con le guance arrossate, caracollano attorno al gruppo delle femmine, non sopportandone la concentrazione.

2.4.11

Il mare non bagna Napoli (incipit 35)

Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese, pubblicato da Einaudi nel 1953. Ora in edizione Adelphi.

<<Ce sta 'o sole... 'o sole!>> canticchiò, quasi sulla soglia del basso, la voce di Peppino Quaglia. <<Lascia fa' a Dio>> rispose dall'interno, umile e vagamente allegra, quella di sua moglie Rosa, che gemeva a letto con i dolori artritici, complicati da una malattia di cuore, e soggiunse, rivolta a sua cognata che si trovava nel gabinetto: <<Sapete che faccio, Nunziata? Più tardi mi alzo e levo i panni dall'acqua>>.
<<Fate come volete, per me è una vera pazzia>>, disse dal bugigattolo la voce asciutta e triste di Nunziata  <<con i dolori che tenete, un giorno di letto in più non vi farebbe male!>>. Un silenzio. <<Dobbiamo mettere dell'altro veleno, mi sono trovato uno scarrafone nella manica, stamattina>>.

1.4.11

Archeologia del presente (incipit 34)

Archeologia del presente di Sebastiano Vassalli, pubblicato da Einaudi nel 2001.

Ho conosciuto Leo e Michela nell'ottobre del 1970, nell'Istituto tecnico industriale <<G. Marconi>> di * * *. Non ricordo in quali circostanze avvenne il nostro primo incontro, e non ricordo nemmeno cosa ci dicemmo. Sicuramente, niente di memorabile. Eravamo tre giovani appena usciti dall'Università, alle prese con la nostra prima esperienza di lavoro: quella, appunto, di insegnanti precari nella scuola pubblica. Leo, laureato in filosofia, era un ragazzone lungo e magro, con la sua barba scura e gli occhiali rotondi di metallo che lo facevano assomigliare a un uccello notturno. Indossava delle giacchette di velluto da filosofo esistenzialista così striminzite che non riusciva nemmeno ad abbottonarle, e delle camicie a fiori che portava aperte sul collo e che soltanto lui (credo) sapeva dove si vendevano.